Mountain View -
WeFi, il nuovo progetto di network collaborativo entrato nello stadio di beta pubblica questo mercoledì, ambisce a trasformare la connettività Internet
on the road in uno strumento che abbia la stessa praticità d'uso della telefonia cellulare. Al contrario di quanto accade con il
geniale e controverso network di
FON, nel caso di WeFi agli utenti non viene chiesto l'uso di specifici router né viene loro corrisposta una qualsiasi somma per la messa a disposizione di terzi della propria banda. Tutto è fatto
in puro spirito di condivisione, facendo
rassomigliare WeFi a quello che potrebbe essere
un network P2P senza fili a diffusione globale.
La società che gestisce WeFi ha il quartier generale a Mountain View, nel cuore della Silicon Valley, mentre un centro di ricerca&sviluppo si trova a Tel Aviv. Attualmente la finanziano 7,35 milioni di dollari di venture capital ed investimenti. L'obiettivo di WeFi è consentire agli utenti di
disporre di uno strumento pratico per individuare le connessioni WiFi disponibili quando occorra connettersi alla Rete in una data zona.
Chi vuol partecipare al programma è invitato ad installare
il client di connettività wireless proprietario di WeFi, che sostituisce quello integrato in Windows XP/Mac OS X e che si occupa di connettere la macchina
al servizio di mappe WeFi basato su Google Maps: da qui sarà possibile individuare facilmente gli hot spot presenti nelle vicinanze senza la necessità preventiva di connettersi ad essi.
La segnalazione dei punti di accesso sulle mappe è inizialmente fatta dagli stessi utenti di WeFi, la qual cosa rappresenta il lato "sociale" e volontario del progetto: indicare la propria presenza sul network implica
la disponibilità ad offrire la banda per chi avesse la necessità di connettersi in viaggio o lontano dalla propria postazione fissa con ADSL a corredo.
Che sia una iniziativa basata interamente sul concetto di comunità lo indica anche il fatto che, a breve, verrà annunciato il supporto e
l'integrazione con il network ossessivo-compulsivo di
Twitter, grazie al quale gli utenti WeFi potranno notificare in automatico ai propri contatti dove si trova e come si chiama la loro connessione wireless.
Il progetto è ad uno stadio ancora preliminare, ma ne offre un esempio di possibile impiego
SmartMobs: "A New York City non ci sono così tanti hot spot quanti uno si potrebbe immaginare - si può
leggere sul celebre weblog - e qualcosa come WeFi potrebbe aiutare a localizzarli più facilmente quando occorre". In Italia, naturalmente, WeFi è destinato a scontrarsi con le normative attuali, che limitano le possibilità degli utenti di condividere la propria banda ed impongono a chi offre banda wireless di identificare i propri utenti con specifiche procedure "antiterrorismo".
Alfonso Maruccia
fonte punto informatico